Teatro

GUTTUSO - Passione e Realtà

GUTTUSO - Passione e Realtà

La mostra anticipa le celebrazioni per il centenario della nascita di Guttuso e presenta in modo antologico opere esemplari di temi significativi durante tutto il percorso del pittore, partendo da quelle presenti nella collezione della Fondazione Magnani Rocca, oltre che dal fondo epistolare Guttuso-Luigi Magnani (alcune in esposizione in una bacheca nella prima sala). Motivo ulteriore la mostra che Parma dedicò a Guttuso nel 1963/64 presso la Galleria Nazionale in Pilotta a seguito della quale l'artista destinò alla Galleria “Spiaggia”, presente nel percorso.
Il “ritratto” è un tema costante della sua pittura; il primo noto è un ritratto del padre del 1925; i ritratti si fanno frequenti tra la fine degli anni Venti e l'inizio dei Trenta: attraverso la ritrattistica si verifica che Guttuso supera lo schematismo plastico di Novecento verso un approccio immediato alla realtà, fino all'introspezione. Egli non trascura l'autoritratto, che ripropone periodicamente, anche sotto il profilo visionario (“Triplice ritratto”). Per Guttuso il ritratto sarà sempre il termine del proprio rapporto con gli altri, espressione del suo essere pienamente dentro una realtà umana di sodalizi e frequentazioni quotidiane. I ritratti tornano ad essere frequenti dopo la seconda guerra mondiale, assumendo a volte i fini della celebrazione civile. Dopo gli anni Settanta il ritratto viene utilizzato come personificazione ideale e simbolica (“Caffè Greco” e “Funerali di Togliatti”). Negli ultimi anni approfondisce i moti interiori ma senza interesse psicoanalitico, quanto piuttosto per leggere sui volti le tracce del percorso di vita. Interessanti l'inedito “Signora con rose”, il pittore Turcato dai tratti cubisti, Manzù in una posa disinvolta, Francesco Pellin (molte sue opere in mostra) e l'autoritratto con maglione e fronte rugosa. Celeberrimo il “Caffè Greco” ai cui tavoli siedono, tra gli altri, De Chirico, Ray Charles, Toro Seduto e Buffalo Bill. “Anna Maria” è opera della Fondazione.
Il tema della “guerra” torna ciclicamente nell'opera di Guttuso, spesso in riferimento alle Fosse Ardeatine. In mostra anche “Gott mit uns” non presente in catalogo. Invece il tema del “lavoro” è sempre trattato in relazione alla terra ed al mare, anche per le sue origini familiari a cui torna sempre volentieri. Guttuso sente l'arte come un dovere col fine di agire sulla vita degli uomini, proponendosi di assistere alla lotta dal basso, facendone parte. Sempre profondissima e sentita la tensione di raccontare il mondo proletario con immagini efficaci come quelle delle acciaierie di Terni e la “Zolfara”. “Partenza del vapore” evoca memorie, che egli intende solo come rievocazione di momenti salienti della propria vita: “la memoria deforma, raccomoda fino a non contenere più alcuna verità”.
L'impegno politico e sociale di Guttuso implica la sua partecipazione personale e umana dei problemi e dei fatti storici, quando l'arte diviene strumento di lotta politica. Fervente comunista e antifascista, il pittore nel 1968 aderisce visceralmente al movimento studentesco a Parigi e Roma, epoca a cui si riferiscono “Ragazza che parla alla folla” (sembra una Gorgone davanti al microfono) e “Donna con bandiera rossa”.
Guttuso presta sempre attenzione alla vita collettiva ma senza mai disdegnare i soggetti isolati, evidentemente solitari (“Spiaggia” da un lato, “Fumatore giallo” dall'altro). Le “allegorie” datano soprattutto alla metà degli anni Sessanta, mentre costante è il riferimento all'eros, inteso come omaggio positivo alla vita e alla forza. In questa sezione alcune tra le opere più note al grande pubblico.
Cospicua la sezione dedicata alla “natura morta”, tema che affronta presto ma non da subito, seguendo i vari stili del suo percorso. Dagli anni Quaranta, tra cubismo e Corrente, agli anni Sessanta dalla pennellata materica e corposa, numerosi i richiami di Morandi, anche una espressa citazione. Interessanti i numerosi frutta e verdura degli anni Settanta per colorismo e spazialità. Chiudono il percorso alcuni paesaggi, tema trattato fin dall'infanzia in vari modi, con immagini metropolitane e agresti. Roma rimane presenza fondamentale.
Il catalogo si apre con un saggio di Enrico Crispolti che riflette complessivamente sull'opera di Guttuso in vista del centenario; quindi Alberto Mattia Martini ripercorre la mostra di Parma del 1963/64 (interessantissimi i saggi dell'epoca scritti da Longhi, Testori e Russoli); chiude Stefano Roffi sull'accostamento tra Guttuso e Rossellini.

Mamiano di Traversetolo (PR), Fondazione Magnani Rocca, fino all'8 dicembre 2010, aperta da martedì a venerdì dalle 10 alle 18, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19 (lunedì chiuso), ingresso euro 8,00 (comprensivo delle raccolte permanenti), catalogo Mazzotta, infoline 0521.848327, sito internet www.magnanirocca.it

FRANCESCO RAPACCIONI